Le visite

La passione di ascoltare, analizzare ed elaborare il percorso di riabilitazione più efficace per la tua problematica, attraverso le prestazioni fisiatriche innovative su misura.

Visita fisiatrica

La Visita Fisiatrica viene effettuata da un medico specializzato in Medicina Fisica e Riabilitazione

Il fisiatra studia le patologie che possono colpire la funzionalità dei vari apparati dell’organismo, soprattutto quello locomotore e a seguito di un’accurata visita specialistica, ricerca le cause dei disturbi posturali, la diagnosi delle varie disfunzioni a carico della colonna vertebrale (discopatie, ernie discali, scoliosi, spondilolistesi) e degli arti superiori e inferiori.  Inoltre si occupa della diagnosi delle alterazioni della deambulazione, equilibrio, coordinazione, funzioni sfinteriche o cognitive, della valutazione della disabilità in generale identificando le terapia mediche, le terapie fisiche e riabilitative più appropriate per il paziente. Il fisiatra è il medico prescrittore degli ausili per la disabilità (carrozzine, deambulatori, canadesi, sollevatori, etc) e delle ortesi (plantari, busti, tutori etc).

Tra le diverse affezioni che possono interessare l’apparato locomotore, rientrano nel campo della fisiatria  l’artrosi che è una patologia degenerativa delle articolazioni, le patologie reumatiche che invece sono patologie delle articolazioni di origine infiammatoria e vari problemi di origine neurologica. 

Le aree di intervento comprendono  inoltre le patologie ortopediche non chirurgiche o post chirurgiche ma anche quelle respiratorie, vascolari o  viscerali di interesse riabilitativo.

Con la visita fisiatrica lo specialista determina il  protocollo specialistico di trattamento, le modalità e la durata delle prestazioni di medicina fisica e riabilitativa. 

Il fisiatra è il responsabile del progetto riabilitativo, coordinandone gli interventi tecnici fatti dai vari operatori della riabilitazione ed esecutore di terapie mediche come le infiltrazioni, le manipolazioni, bendaggi funzionali, le onde d’urto, l’ossigeno ozonoterapia, etc.

Il fisiatra può eseguire  diversi esami diagnostici strumentali come l’ecografia funzionale, la stabilometria, la baropodometria, la posturografia, la podoscopia, l’EMG dinamica, la gait analysis etc.

Visita Pavimento Pelvico

Il pavimento pelvico è un insieme di strutture (muscoli, legamenti e fasce) che supportano sia i visceri pelvici che quelli addominali.

E’ localizzato nel limite inferiore della cavità pelvica e nel limite superiore del
perineo estendendosi dal pube al coccige. Il pavimento pelvico é attraversato nella donna da 3 orifizi – in alto l’uretra ,la vagina al centro ed il retto in basso . Nell’uomo abbiamo lo sbocco uretrale ed il retto.
La contrazione dei muscoli del pavimento pelvico permettono la continenza urinaria e fecale nonché la funzione sessuale. Inoltre, il pavimento pelvico sostiene gli organi pelvici e addominali grazie alla loro azione di spinta degli organi in direzione opposta alla gravità o ad una pressione intra-addominale.

Cosi gli organi interni si mantengono nelle loro normali posizioni.
Diversi disturbi coinvolgono il pavimento pelvico: stipsi, incontinenza fecale (per feci o gas), incontinenza urinaria, ritenzione urinaria, urgenza minzionale e aumentata frequenza urinaria, dolore pelvico cronico, prolassi, vescica neurologica, disturbi sessuali, etc.

La valutazione in ambito fisiatrico del pavimento pelvico maschile e femminile è mirata alla diagnosi clinica della funzionalità di questo organo in particolare della sua capacità contrattile e di rilassamento, della sua coordinazione, della sua capacità di sostegno degli organi pelvici e di continenza fecale e urinaria.

La visita non può prescindere di una buona anamnesi ed una buona analisi dei sintomi (tipologia, esordio,
evoluzione, modalità di manifestazioni, correlazioni; frequenza). Comprende inoltre una valutazione di altri fattori che possono condizionare la funzionalità stessa del pavimento pelvico (disfunzioni posturali, disturbi neurologici, disfunzioni articolari bacino, etc), l’esclusione di altre possibili disfunzioni/patologie (diagnosi differenziali), la valutazione della funzionalità urinaria, fecale e sessuale in generale che spesso richiede la compilazione di questionari o scale di valutazione e la compilazione successiva di diari minzionali
o fecali.

Alla visita clinica si può associare una valutazione del residuo urinario post-minzionale tramite ecografia e la valutazione con EMG dinamico della muscolatura perineale (sistema di rilevazione elettromiografico tramite elettrodi di superficie e non ad ago). Questo sistema permette di quantificare la contrazione muscolare ma anche di rilevare disfunzioni dell’attività muscolare a volte non percettibili o poco percettibili con l’esame clinico nonchè la valutazione dell’attività muscolare in differenti posture.

Infine permette di effettuare valutazioni in dinamica o sia di valutare l’attività muscolare del pavimento pelvico durante movimenti del corpo come la deambulazione, il passaggio da seduto alla stazione eretta, etc grazie ad un sistema senza fili (blutooth ) che invia i segnali dal elettrodo al pc che il medico utilizza.
Per inquadramenti diagnostici definitivi e quindi adeguate scelte terapeutiche può essere necessario l’esecuzione di esami diagnostici di approfondimento come per esempio una RMN del bacino, uno studio di elettrofisiologia del pudendo, ecografie, Rx, urodinamiche, etc che il medico identifica in funzione della valutazione piuttosto di altre visite specialistiche.
Frequentemente i disturbi che coinvolgono il pavimento pelvico richiedono la collaborazione di più specialisti che devono comunicare e coordinarsi tra loro nella presa in carico del paziente.

Quando fare una valutazione?

Nella donna:

  • A scopo preventivo: dopo il parto dove la muscolatura può essere particolarmente stressata e quindi indebolirsi; in pre-menopausa o in menopausa quando la muscolatura può perdere trofismo e capacità contrattile per la riduzione di estrogeni, pre- chirurgia pelvica in quanto in alcuni ambiti
    chirurgici un migliore assetto posturale e tono muscolare può ridurre il rischio di disturbi successivi.
  • In presenza di sintomi urinari, fecali, sessuali o dolore pelvico comparsi spontaneamente, in seguito ad una patologia neurologica, trauma, ernia discale, post-parto o post-chirurgia.

Nell’Uomo:

  • prima di una chirurgia di prostatectomia – partire con una muscolatura con una migliore capacità contrattile può ridurre il rischio di incontinenza post-chirurgica.
  • in presenza di sintomi urinari, fecali o sessuali, dolore perineale comparsi spontaneamente, in seguito ad una patologia neurologica, trauma, ernia discale o post-chirurgia.

Visita Ernia Discale

L’ernia discale (o ernia del disco) si manifesta quando il disco arriva a sporgere dal bordo vertebrale schiacciando in questo modo la radice nervosa e provocando un forte dolore. Se per esempio la radice nervosa è quella del nervo sciatico produce una sciatalgia chiamata banalmente sciatica (dolore irradiato nella fascia posteriore dell’arto inferiore che può arrivare fino al piede), se invece la radice nervosa è quella del nervo crurale (denominato anche nervo femorale) produce una cruralgia (dolore irradiato nella fascia anteriore della coscia). I territori del dolore sono molto variabili in funzione della radice nervosa che viene compressa dell’ernia che a sua volta può essere, oltre che lombare, cervicale o dorsale.

A livello lombare molto frequentemente si manifesta in due tempi, prima con la lombalgia (il classico e diffuso mal di schiena) che, col tempo, se trascurata, può trasformarsi nella sciatalgia o cruralgia ma a volte può manifestarsi anche con il dolore all’arto subito dall’esordio anche senza dolore lombare associato. Ugualmente a livello cervicale il quadro si può manifestare prima con il dolore in regione cervicale e successivamente irradiato all’arto superiore piuttosto che manifestarsi con la comparsa del dolore all’arto superiore dall’esordio.

La valutazione dei segni di compressione radicolare si effettua tramite test come specifici movimenti del rachide che facilitano il conflitto con la radici, tramite test neurologici come i riflessi o la valutazione di eventuali deficit di forza o sensibilità, tramite test tipici dell’irritazione del nervo come la manovra di Lasegue o di  Wasserman-Boschi.

Per verificare la presenza di una sciatalgia, il medico, di norma, esegue la manovra di Lasegue, che consiste nel far sdraiare il paziente sul dorso e alzargli la gamba fino al punto in cui il movimento provoca dolore e impedimento.

Per verificare la presenza di una cruralgia, il medico esegue la manovra di Wasserman – Boschi che consiste nel fare sdraiare il paziente a pancia in giu e sollevargli la coscia con il ginocchio flesso a 90° per valutare  se tale manovra è in grado di irritare il nervo femorale.

Visita Posturologica

La Visita Posturologica viene effettuata da un medico specializzato in fisiatria (o da specialista con competenze analoghe) e fornisce un approccio medico, clinico e strumentale, che ha come scopo di studiare i vari sistemi di funzionalità organica tra i quali quello podalico, quello visivo, quello mandibolare e di masticazione, il vestibolare e il muscolo-scheletrico i quali, nel contesto del sistema posturale, coordinano, controllano e determinano l’interazione tra il corpo nel suo complesso ed il mondo circostante. 

In particolare l’attenzione dello specialista che si occupa di posturologia è rivolta verso l’intercorrelazione tra questi sistemi, alle strategie di compenso messe in atto dai sistemi stessi che ne mettono in pericolo la funzionalità. 

L’obiettivo principale è identificare il disordine posturale e le cause che concorrano a tale alterazione nonché identificare le correlazioni tra disfunzioni posturali e sintomi del paziente come per esempio le vertigini, cefalee etc.